Homepage / Permessi di riproduzione
Permessi di riproduzione
Fotocopiare un libro è un reato ai sensi della legge n. 633 del 22 aprile 1941,
modificata dal Decreto Legislativo n. 68/2003.
È permessa la riproduzione, soltanto per uso personale, in fotocopia, xerocopia o sistema analogo, di un'opera protetta dal diritto d'autore,
solo laddove sussistano contemporaneamente tre elementi:
- deve trattarsi di copia parziale, non superiore al 15 % del volume
- le copie devono essere fatte per uso personale
- deve essere pagato un corrispettivo, tramite la SIAE, atto a compensare equamente autori ed editori
Per uso personale si intende la riproduzione per scopi di lettura, studio, consultazione e non per uso commerciale o per trarre
altre copie da distribuire, a pagamento o anche gratuitamente.
La riproduzione per uso non personale invece è quella relativa alla realizzazione di dispense distribuite nei corsi universitari o
in corsi di formazione e più in generale in quei casi in cui la fotocopia rientra nelle attività caratteristiche di tipo commerciale, istituzionale o professionale.
Quindi chi fotocopia un intero libro compie un atto di pirateria e compie un reato perseguibile e punibile per legge. E commette il reato sia il privato che richiede le fotocopie sia la copisteria che le esegue.
Se sei uno studente o un docente e desideri fotocopiare per uso personale pagine di un testo nella misura massima del 15%, potrai rivolgerti presso un centro autorizzato che si preoccuperà di versare alla SIAE il corrispettivo relativo alle pagine fotocopiate.
Se sei un docente che desidera fotocopiare pagine di un testo per la distribuzione di dispense all’interno di un corso universitario (sempre nella misura massima del 15%), dovrai ottenere specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana, 108 - 20122 Milano - e-mail autorizzazioni@clearedi.org; www.clearedi.org
Se sei un Ente di formazione e desideri avere ulteriori informazioni clicca qui.
Ricorda che i danni provocati dal fenomeno delle fotocopie pirata sono enormi: questa attività ruba al mondo editoriale, già pesantemente in crisi, oltre 300 milioni di euro. Le vendite di testi universitari diminuiscono enormemente facendo sì che gli editori non abbiano più alcuna convenienza a pubblicare testi scientifici su argomenti specialistici con il rigore e l'accuratezza necessarie. Si sottraggono inoltre risorse economiche a chi ne ha diritto e fotocopiare un libro vuol dire annullare l'attività di autori ed editori nonché violare principi legali che costituiscono la base della società civile.